SOS liquidità per i consorzi di imprese

Flash NewsIn assenza di un intervento normativo teso a rivedere la disciplina dello “split payment”, i consorzi di imprese che operano con la Pubblica Amministrazione rischiano il collasso finanziario a causa degli ingenti crediti fiscali che si genereranno in capo ai medesimi a fronte dell’Iva addebitata dai consorziati. Una disposizione che, insieme al reverse charge, potrebbe risultare depressiva e aggiungere ulteriori difficoltà competitive delle aziende italiane..

Il meccanismo dello “split payment”, infatti, trova applicazione solo se il destinatario della fattura è un soggetto appartenente alla Pubblica Amministrazione, condizione che viene meno se il destinatario medesimo è un consorzio privato tra imprese. Ne consegue che la medesima prestazione è fatturata dal consorziato al consorzio con le modalità ordinarie e dal consorzio all’ente pubblico con il meccanismo dello split payment. Questa asimmetria nelle modalità di fatturazione causa inevitabilmente in capo al consorzio la formazione di un credito Iva corrispondente alla quasi totalità dell’Iva addebitata in fattura dalle imprese consorziate. I consorzi, quindi, salvo che dispongano di risorse liquide proprie, potrebbero essere costretti a sospendere i pagamenti ai consorziati per una somma corrispondente all’Iva non incassata dall’ente pubblico e ciò fino a quando il credito Iva generato non sarà stato integralmente rimborsato dall’Erario o compensato con altri tributi e/o contributi.

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