Affitti brevi: registrazione del contratto, intermediari e tasse soggiorno

Per la tassazione corretta degli affitti brevi è necessario effettuare la registrazione del contratto presso l’Agenzia delle Entrate, a meno che i contratti non superino i 30 giorni. Se il contratto non è registrato, il locatore dovrà indicare i canoni del 2018 nella dichiarazione dei redditi 2019 e avrà la possibilità di optare per la cedolare secca al 21%. La cedolare secca è riservata ai locatori che agiscono fuori dall’attività d’impresa e affittano case a persone fisiche
Per chi possiede oltre 10 immobili, compresi fabbricati non abitativi e terreni, la registrazione deve essere effettuata obbligatoriamente in forma telematica con le credenziali di Fisconline oppure agli Uffici dell’Agenzia delle Entrate con il modello Ril cartaceo.

La normativa sugli affitti brevi prevede che, quando il denaro dell’affitto breve (vero o virtuale) passa attraverso un intermediario, questo deve operare, al momento del versamento del denaro al locatore, una ritenuta a titolo d’imposta (o di acconto sull’Irpef) e versarla all’erario entro il giorno 16 del mese successivo, con modello F24 telematico.

Nei contratti di locazione breve sia il locatore sia gli intermediari che riscuotono i corrispettivi sono responsabili del pagamento dell’imposta di soggiorno, anche nell’ipotesi in cui il turista non abbia pagato il tributo.

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